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Storie di Social: addio ai Fleet di Twitter, arriva Spaces

Quelle che comunemente vengono chiamate Stories su Instagram e Facebook e che riscontravano enorme successo, sono state recentemente implementate su Twitter con il nome di Fleet.

Il social dalle 140 battute, più “istituzionale” e “serio” però, ha deciso di eliminarle a partire dal 3 agosto a nemmeno un anno di distanza dal lancio. Era infatti novembre 2020 quando la funzione venne integrata senza di fatto mai decollare. Così si legge sul blog ufficiale di Twitter:

Abbiamo creato Fleet come un modo effimero e a bassa pressione per le persone di condividere i loro pensieri fugaci. Speravamo che Fleets aiutasse più persone a sentirsi a proprio agio nell’unirsi alla conversazione su Twitter. Ma, da quando abbiamo presentato Fleet a tutti, non abbiamo visto un aumento del numero di nuove persone che si uniscono alla conversazione con Fleets come speravamo

Una resa? Niente affatto! Jack Dorsey, particolarmente flessibile e pronto al cambiamento, ha già un nuovo asso nella manica: gli Spaces attivi. Gli Spazi, ovvero le chat audio di Twitter, sono infatti l’ultimo cavallo sul quale la piattaforma sta puntando, rincorrendo Clubhouse che, al contrario, oggi lancia le chat testuali. 

Twitter sta puntando molto sulla nuova funzione resa disponibili a tutti, dopo la fase di test, a fine marzo . E’ già in arrivo, tra le varie novità, la possibilità di monetizzare chiedendo agli utenti un biglietto d’ingresso per partecipare alla chat audio.

A corollario di questa breve nota informativa, vogliamo però abbinare un commento legato alla privacy: la voce è un dato biometrico, distintivo e Clubhouse prima (con caratteristiche anche più pericolose), Space adesso, grazie a questa funzione estremizza la profilazione.

 

Cosa sono i dati biometrici?

dati biometrici sono definiti nel regolamento europeo (GDPR) all’art. 4, par. 1, n. 14: “dati personali ottenuti da un trattamento tecnico specifico, relativi alle caratteristiche fisiche, fisiologiche o comportamentali di una persona fisica e che ne consentono o confermano l’identificazione univoca, quali l’immagine facciale o i dati dattiloscopici”. Rientrano nella categoria dei dati personali, tra quelli soggetti a trattamento speciale e, in particolare, sono quelli relativi a caratteristiche fisiche, fisiologiche o comportamentali di un individuo. Da questi, è facile risalire alla specifica persona: tramite componenti hardware e software che acquisiscono le informazioni e le analizzano confrontandolo con dati acquisiti in precedenza e conservati in un database (in genere direttamente sullo smartphone e non condivisi con il produttore), è possibile identificare la persona interessata. Però, i dati biometrici sono soggetti alla speciale tutela normativa di cui all’art. 9 del GDPR solo se tramite il loro trattamento si può giungere all’identificazione univoca o all’autenticazione di una persona fisica.

 

 

 

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